Lettera di Oné Respe a ColorEsperanza

Inviamo a voi e a tutti gli altri amici di ColorEsperanza i nostri
affettuosi saluti e vi ringraziamo per l’aiuto e il sostegno che ci avete
offerto nei momenti difficili.
Abbiamo ricevuto con grande gioia il vostro ultimo “bonifico” che
abbiamo utilizzato in parte per riparare i danni causati dalle piogge
nella comunità e scuola di El Cacique e in parte per far fronte alle
molteplici necessità dei migranti del dopo il terremoto.

Migrazioni che non sono cessate e coinvolgono persone ferite, malate,
donne e bambini, gente poverissima e che non parla spagnolo.
Abbiamo destinato mille euro per la sistemazione di immigranti
ad Haina dove sono stati accolti con grande solidarietà da chi già
risiedeva lì.

La scuola di Bellavista viene ora utilizzata come asilo e due
nostre ex assistenti delle scuole comunitarie si stanno occupando
volontariamente di questa struttura voluta da mamme che lavorano.
ONE RESPE presta il locale e fornisce il materiale educativo per i 35
bambini che lo frequentano.

I ragazzi di Bella Vista sono stati sistemati nell’amplia scuola
inaugurata quest’anno dal Ministero dell’Educazione il cui ministro è
originario di Haina.

Grossi sforzi sono stati fatti per mantenere attiva la scuola di El
Cacique che quest’anno offre 4 corsi a un totale di 150 ragazzi, di cui
23 arrivati dopo il terremoto. Questa scuola, l’unica per la comunità,
coordinata da Chavela con l’aiuto di Elio e Gabina, offre un ottimo
programma educativo.Nella scuola si ritrovano per gli incontri di
formazione anche il gruppio delle donne artigiane (47 in tutto), 4
gruppi di giovani e gli uomini del programma Nueva Masculinidad e
Diritti Umani che sono una quarantina.

Tallone di Achille delle scuole comunitarie è il loro finanziamento, al
momento siamo carenti di fondi per la gestione di El Cacique il cui
bilancio preventivo per l’anno a venire è di 38.000 euro.

Nelle due scuole comunitarie di Santiago (Los Platanitos e Los Perez)
abbiamo un totale di 325 bambini; speriamo di raccogliere altri fondi
dalla campagna di adozioni che ci ha fruttato finora risorse sufficienti
a coprire le spese di 100 bambini per il prossimo anno scolastico. Per
quanto difficile, è comunque più facile reperire fondi a Santiago che
ad Haina.

Il ministero dovrebbe nominare le maestre che abbiamo richiesto, se
ciò accadesse sarebbero risolti molti problemi, in caso contrario c’ è il
rischio che si debba chiudere una scuola.

Christian Aid e CIEE ci stanno finanziando il lavoro con i giovani e con
gli immigrati. Ogni settimana un bel gruppo di immigrati haitiani si
riunisce per affrontare la questione dei Diritti Umani.

Dopo 4 anni di lavoro e impegno Elio torna in Italia lasciandoci
una metodologia e una proposta di lavoro per l’insegnamento della
matematica e della lettura. Il frutto del suo lavoro sarà raccolto in un
libro che verrà pubblicato e servirà da riferimento in materia.

Nella stesura dei programmi abbiamo tenuto conto delle tematiche
che ruotano intorno alle questioni dell’intercultura, del razzismo, della
xenofobia e solidarietà. L’anno prossimo vorremmo avviare il discorso
sui temi legati all’ambiente.
Abbiamo inoltre sempre insistito sul valore della spiritualità come
guida al nostro impegno e ai nostri progetti.

In ambito psicologico beneficiando della presenza di psicologhe
volontarie straniere e della medicina cinese, abbiamo sviluppato un
programma di “psicologia comunitaria senza pregiudizio”. I risultati
di questa azione si sono riscontrati nelle scuole e nella comunità
dove si è registrata una minor violenza. La ricerca continua per
approfondire le modalità di intervento su queste popolazioni oppresse
e discriminate.

Tutte le valutazioni esterne del nostro operato sono risultate
positive: il laboratorio di artigianato si è rivelato un successo
straordinario perchè oltre a sostenere ONE RESPE, sviluppa la
creatività mentre tutte le associazioni di genitori sorte intorno
all’attività scolastica sono diventate piano piano motore di formazione
e cooperazione, la questione che si pone è quindi: come garantire la
continuità delle “scuole comunitarie” con tutti i loro risvolti sociali?

Il problema di fondo rimane quello del finanziamento di queste scuole
poichè, trattandosi di popolazioni già prive di ogni risorsa, non è
pensabile chiedere una retta alle famiglie. Cercare fondi si trasforma
in una attività costante ed estenuante per l’équipe che coordina e
dirige le scuole. Operiamo nell’incertezza e nella precarietà.

Sarebbe auspicabile ampliare l’offerta formativa e portare i corsi
fino alla classe 4^ (come ci è stato anche suggerito dalla Direttrice
dell’Educazione primaria del Ministero) per mettere a frutto le abilità
acquisite dagli alunni e completare il ciclo della scuola elementare,
come farlo è il nostro dilemma.

Speriamo di poterci confrontare con voi a luglio, in occasione della
vostra visita e di trovare risposte a breve a lungo termine ai nostri
progetti, intanto vi salutiamo con un caloroso abbraccio affettuoso e
solidale.
Natacha Calderon

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